#LoStessoSì, una petizione per il matrimonio egualitario
Mentre prosegue l’iter del Disegno di legge Cirinnà - al momento in Commissione Giustizia si stanno esaminando gli oltre 4.000 emendamenti pervenuti - la Coalizione per il matrimonio egualitario rilancia la campagna #LoStessoSì per tenere alta l’attenzione sul raggiungimento dell’obiettivo che si è data.
A pochi giorni dalla storica decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che rende il matrimonio un diritto garantito dalla Costituzione anche per le coppie omosessuali, nel lungo percorso dei Pride che hanno attraversato l’Italia sono state moltissime le Piazzate d’amore organizzate, ultime in ordine cronologico quelle di Foggia, Catania e Genova.
In queste settimane Amnesty International, che come l’Arci fa parte della Coalizione, ha deciso di dedicare al Matrimonio Egualitario uno degli appelli che annualmente l’associazione promuove come forma di partecipazione popolare.
La petizione, che potete trovare al link http://appelli.amnesty.it/lostessosi/, ha raggiunto per adesso più di 14mila firme, ma l’obiettivo è il raggiungimento di numeri molto più alti, tali da influenzare l’opinione pubblica e la politica.
Proponiamo a tutte e tutti di sottoscriverla, di promuoverla e diffonderla, certi che dalla sensibilità e dall’impegno delle nostre basi associative e del nostro corpo sociale possa giungere un grande contributo. I diritti civili sono il tema ‘caldo’ di queste settimane. Mentre in Parlamento si discute del primo testo che si propone di legiferare in merito, la volontà di porre un freno a questo processo di modernizzazione, naturale ed ineluttabile se guardiamo all’Irlanda, ha portato in piazza centinaia di migliaia di persone in Piazza San Giovanni per il Family Day.
L’onda dei Pride ha infine celebrato l’amore, rivendicando pari diritti e pari dignità. Crediamo che in questa fase particolarmente delicata sia indispensabile un lavoro diffuso di mobilitazione, che si proponga di agire sulla politica, sugli opinion leader e sulla cittadinanza perchè si ampli il fronte del consenso.
La coalizione per il Matrimonio Egualitario è formata da 38 associazioni e reti e con la petizione promossa da Amnesty chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, di garantire che sia eliminata ogni forma di discriminazione nella legislazione italiana sul matrimonio civile, aprendolo anche alle coppie dello stesso sesso, riconoscendo i matrimoni e le unioni celebrate all’estero e assicurando pari diritti ai figli delle persone dello stesso sesso.
A pochi giorni dalla storica decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che rende il matrimonio un diritto garantito dalla Costituzione anche per le coppie omosessuali, nel lungo percorso dei Pride che hanno attraversato l’Italia sono state moltissime le Piazzate d’amore organizzate, ultime in ordine cronologico quelle di Foggia, Catania e Genova.
In queste settimane Amnesty International, che come l’Arci fa parte della Coalizione, ha deciso di dedicare al Matrimonio Egualitario uno degli appelli che annualmente l’associazione promuove come forma di partecipazione popolare.
La petizione, che potete trovare al link http://appelli.amnesty.it/lostessosi/, ha raggiunto per adesso più di 14mila firme, ma l’obiettivo è il raggiungimento di numeri molto più alti, tali da influenzare l’opinione pubblica e la politica.
Proponiamo a tutte e tutti di sottoscriverla, di promuoverla e diffonderla, certi che dalla sensibilità e dall’impegno delle nostre basi associative e del nostro corpo sociale possa giungere un grande contributo. I diritti civili sono il tema ‘caldo’ di queste settimane. Mentre in Parlamento si discute del primo testo che si propone di legiferare in merito, la volontà di porre un freno a questo processo di modernizzazione, naturale ed ineluttabile se guardiamo all’Irlanda, ha portato in piazza centinaia di migliaia di persone in Piazza San Giovanni per il Family Day.
L’onda dei Pride ha infine celebrato l’amore, rivendicando pari diritti e pari dignità. Crediamo che in questa fase particolarmente delicata sia indispensabile un lavoro diffuso di mobilitazione, che si proponga di agire sulla politica, sugli opinion leader e sulla cittadinanza perchè si ampli il fronte del consenso.
La coalizione per il Matrimonio Egualitario è formata da 38 associazioni e reti e con la petizione promossa da Amnesty chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, di garantire che sia eliminata ogni forma di discriminazione nella legislazione italiana sul matrimonio civile, aprendolo anche alle coppie dello stesso sesso, riconoscendo i matrimoni e le unioni celebrate all’estero e assicurando pari diritti ai figli delle persone dello stesso sesso.
Unioni Civili: lettera al Presidente Mattarella
Al Presidente della Repubblica Italiana
Dott. On. Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 Roma
Illustrissimo Presidente,
con la riapertura dei lavori parlamentari riprende la discussione del disegno di legge Cirinnà che il movimento LGBTI è chiamato a subire, un compromesso tra l'attuale negazione dei nostri diritti e quella che resta per noi l'unica soluzione in grado di garantire una piena parità e dignità tra cittadine e cittadini di questo Paese: il matrimonio egualitario.
In queste ore, puntualmente, è ricominciato il balletto delle pressioni e delle minacce per affossare il disegno di legge Cirinnà svuotandolo di quei contenuti che, nella sua formulazione originaria, lo rendevano un appena sufficiente punto di partenza per un confronto futuro sulla piena uguaglianza.
I più alti vertici del clero e forze politiche esterne e interne alla stessa maggioranza si stanno adoperando per perpetrare la discriminazione a milioni di cittadine e cittadini basandosi su un'arbitraria, falsa e strumentale lettura della nostra Carta Costituzionale.
Lei, Illustrissimo Presidente, è stato il primo nella storia repubblicana a pronunciare nel Suo discorso di insediamento alle Camere parole inerenti tale discriminazione, sollecitando il legislatore a intervenire con solerzia in materia come per altro richiesto nel 2010 dalla Corte Costituzionale di cui Lei ha fatto parte.
In quanto massimo garante della nostra Carta, a Lei oggi ci rivolgiamo con sfiducia e preoccupazione. Preoccupazione per la vita e la dignità nostra e delle nostre famiglie, che rischiano per l’ennesima volta di essere svendute per giochi di equilibri politici e ricerca di facile consenso elettorale.
A Lei ci rivolgiamo affinché, con la Sua autorevolezza e nell’ambito delle Sue prerogative costituzionali, invii un messaggio alle Camere per sollecitare l’urgente rispetto delle sentenze 138/2010 e 170/2014 della Corte Costituzionale nonché la recente sentenza Oliari vs Italia della Corte EDU.
Crediamo che la gravità della situazione sociale – la reiterata violazione del diritto umano fondamentale delle persone omosessuali alla vita familiare – e istituzionale, ben rappresentata dall’indifferenza mostrata per 5 anni dal Parlamento rispetto alla suddetta sentenza della Corte Costituzionale, renda un Suo messaggio assolutamente necessario.
Pari dignità sociale e uguale trattamento davanti alla Legge, come prevede quell’articolo 3 della nostra Costituzione che in tanti, troppi, fingono non esistere impegnati come sono nell’interpretare a proprio piacimento l’articolo 29. Questo chiediamo Illustrissimo Presidente, nulla di meno, nulla di più.
Agedo, Anddos, Antéros LGBTI Padova, Arci, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Azione Gay e Lesbica, Befree cooperativa sociale contro tratta, violenza e discriminazioni, CILD, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Circolo Tondelli LGBTI, Condividilove, Coordinamento Torino Pride, Edge, Equality Italia, Esedomani Terni, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, I mondi diversi, Ireos, La Fenice Gay, Larcobaleno – LUISS Students Association, Love Out Law, MIT, Polis Aperta, Rete Genitori Rainbow.
Dott. On. Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 Roma
Illustrissimo Presidente,
con la riapertura dei lavori parlamentari riprende la discussione del disegno di legge Cirinnà che il movimento LGBTI è chiamato a subire, un compromesso tra l'attuale negazione dei nostri diritti e quella che resta per noi l'unica soluzione in grado di garantire una piena parità e dignità tra cittadine e cittadini di questo Paese: il matrimonio egualitario.
In queste ore, puntualmente, è ricominciato il balletto delle pressioni e delle minacce per affossare il disegno di legge Cirinnà svuotandolo di quei contenuti che, nella sua formulazione originaria, lo rendevano un appena sufficiente punto di partenza per un confronto futuro sulla piena uguaglianza.
I più alti vertici del clero e forze politiche esterne e interne alla stessa maggioranza si stanno adoperando per perpetrare la discriminazione a milioni di cittadine e cittadini basandosi su un'arbitraria, falsa e strumentale lettura della nostra Carta Costituzionale.
Lei, Illustrissimo Presidente, è stato il primo nella storia repubblicana a pronunciare nel Suo discorso di insediamento alle Camere parole inerenti tale discriminazione, sollecitando il legislatore a intervenire con solerzia in materia come per altro richiesto nel 2010 dalla Corte Costituzionale di cui Lei ha fatto parte.
In quanto massimo garante della nostra Carta, a Lei oggi ci rivolgiamo con sfiducia e preoccupazione. Preoccupazione per la vita e la dignità nostra e delle nostre famiglie, che rischiano per l’ennesima volta di essere svendute per giochi di equilibri politici e ricerca di facile consenso elettorale.
A Lei ci rivolgiamo affinché, con la Sua autorevolezza e nell’ambito delle Sue prerogative costituzionali, invii un messaggio alle Camere per sollecitare l’urgente rispetto delle sentenze 138/2010 e 170/2014 della Corte Costituzionale nonché la recente sentenza Oliari vs Italia della Corte EDU.
Crediamo che la gravità della situazione sociale – la reiterata violazione del diritto umano fondamentale delle persone omosessuali alla vita familiare – e istituzionale, ben rappresentata dall’indifferenza mostrata per 5 anni dal Parlamento rispetto alla suddetta sentenza della Corte Costituzionale, renda un Suo messaggio assolutamente necessario.
Pari dignità sociale e uguale trattamento davanti alla Legge, come prevede quell’articolo 3 della nostra Costituzione che in tanti, troppi, fingono non esistere impegnati come sono nell’interpretare a proprio piacimento l’articolo 29. Questo chiediamo Illustrissimo Presidente, nulla di meno, nulla di più.
Agedo, Anddos, Antéros LGBTI Padova, Arci, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Azione Gay e Lesbica, Befree cooperativa sociale contro tratta, violenza e discriminazioni, CILD, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Circolo Tondelli LGBTI, Condividilove, Coordinamento Torino Pride, Edge, Equality Italia, Esedomani Terni, Famiglie Arcobaleno, Gay Center, I mondi diversi, Ireos, La Fenice Gay, Larcobaleno – LUISS Students Association, Love Out Law, MIT, Polis Aperta, Rete Genitori Rainbow.