Marcia delle donne e degli uomini scalzi
L'11 settembre, in tutta Italia, migliaia di persone si metteranno in marcia a piedi scalzi perché, come dice l’appello di convocazione, “è giunto il momento di decidere da che parte stare”.
Di fronte alle immagini di un’umanità in fuga da guerra, violenza, miseria, che per la speranza di un futuro, che nel proprio paese non c’è, è disposta a sacrificare tutto e a mettere a rischio anche la vita occorre prendere iniziative concrete, chiedendo con forza corridoi umanitari, accoglienza dignitosa per tutti, chiusura dei centri dove i migranti vengono trattenuti, e soprattutto un sistema d’asilo europeo, superando il Regolamento di Dublino.
Non c’è muro o mare, né stazioni chiuse o fili spinati, che possano fermare il fenomeno migratorio. Le politiche repressive, oltre che essere ingiuste, non hanno alcuna efficacia. Ed è necessario che il mondo guardi, analizzi e dia il proprio contributo per eliminare le cause che generano questo epocale flusso migratorio.
L’Arci aderisce con convinzione alla “marcia delle donne e degli uomini scalzi” che si tiene l’11 settembre per iniziativa di intellettuali, artisti, esponenti di associazioni e del mondo cattolico.
All’appello lanciato dai promotori hanno risposto in tante e tanti, singoli cittadini e organizzazioni di moltissime città italiane. A tutte le iniziative l’Arci sarà presente: da Venezia a Pozzallo, da Milano a Palermo la nostra penisola sarà attraversata da decine di manifestazioni.
Ma non sarà solo l’Italia a muoversi. Il 12 settembre è stata infatti lanciata la ‘giornata europea per i rifugiati’ e iniziative sono state organizzate in moltissime città di tutto il continente.
La mobilitazione di queste due giornate può segnare l’inizio di una nuova Europa, che sulla spinta dei propri popoli cominci a praticare politiche di vera accoglienza, di solidarietà, di democrazia, di pace, aprendo le proprie frontiere ai processi di integrazione.
Di fronte alle immagini di un’umanità in fuga da guerra, violenza, miseria, che per la speranza di un futuro, che nel proprio paese non c’è, è disposta a sacrificare tutto e a mettere a rischio anche la vita occorre prendere iniziative concrete, chiedendo con forza corridoi umanitari, accoglienza dignitosa per tutti, chiusura dei centri dove i migranti vengono trattenuti, e soprattutto un sistema d’asilo europeo, superando il Regolamento di Dublino.
Non c’è muro o mare, né stazioni chiuse o fili spinati, che possano fermare il fenomeno migratorio. Le politiche repressive, oltre che essere ingiuste, non hanno alcuna efficacia. Ed è necessario che il mondo guardi, analizzi e dia il proprio contributo per eliminare le cause che generano questo epocale flusso migratorio.
L’Arci aderisce con convinzione alla “marcia delle donne e degli uomini scalzi” che si tiene l’11 settembre per iniziativa di intellettuali, artisti, esponenti di associazioni e del mondo cattolico.
All’appello lanciato dai promotori hanno risposto in tante e tanti, singoli cittadini e organizzazioni di moltissime città italiane. A tutte le iniziative l’Arci sarà presente: da Venezia a Pozzallo, da Milano a Palermo la nostra penisola sarà attraversata da decine di manifestazioni.
Ma non sarà solo l’Italia a muoversi. Il 12 settembre è stata infatti lanciata la ‘giornata europea per i rifugiati’ e iniziative sono state organizzate in moltissime città di tutto il continente.
La mobilitazione di queste due giornate può segnare l’inizio di una nuova Europa, che sulla spinta dei propri popoli cominci a praticare politiche di vera accoglienza, di solidarietà, di democrazia, di pace, aprendo le proprie frontiere ai processi di integrazione.