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17 Ottobre - Giornata contro la povertà
Negli ultimi 7 anni il nostro paese è stato travolto dalla crisi. I dati fotografano un paese fragile, povero, segnato dalla disoccupazione e dalla disuguaglianza sociale. Un quarto della popolazione secondo i dati Eurostat è in povertà, mentre un terzo ne viene minacciata. La povertà ruba la speranza e i diritti, frammenta la coesione sociale, svuota la partecipazione alla vita delle istituzioni, rafforza mafie, corruzione e posizioni dominanti e indebolisce la democrazia. La costruzione dell’uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella informale chi ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili. La crisi per molti è una condanna, per altri è un’occasione. Le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell’io, nel suo diffuso analfabetismo etico. Oggi sempre più evidenti i favori indiretti alle mafie che sono forti in una società diseguale e culturalmente depressa e con una politica debole.
I Presidi di Libera del territorio, in collaborazione con la Protezione Civile di Forlimpopoli e le Associazioni Barcobaleno e Mariette, in occasione della “Giornata Mondiale contro la povertà” ed in rete nazionale con le organizzazioni della Campagna ‘Miseria ladra’ promuovono una giornata di mobilitazione contro le diseguaglianze sociali e la miseria presso la sede ristrutturata di Selbagnone della Protezione Civile di Forlimpopoli, sabato 17 ottobre. Alle 12.30 Pranzo di autofinanziamento “Liberati dalla povertà con gusto”, con gli spaghettoni di Libera. Alle ora 15.00 Tavola rotonda sugli strumenti di contrasto alla povertà e al disagio presenti nel territorio. Parteciperanno: Centro di ascolto Caritas Forlimpopoli, Caritas Forlì, Forlì Città Aperta, Avvocati di Strada Bologna. Inoltre per permettere una maggiore partecipazione abbiamo attivato un sistema di car sharing Forlì/Forlimpopoli. |
Le proposte delle associazioni e delle organizzazioni del volontariato che fanno parte della Campagna ‘Miseria ladra’
Dalla fine degli anni ’70 ad oggi la distanza tra ricchi e poveri è tornata a crescere e l’aumento delle diseguaglianze ha raggiunto livelli senza precedenti. L’austerity ha fallito e continua ad avere un costo altissimo in termini sociali, mentre la democrazia viene sensibilmente ridotta. Come cittadini e cittadine europee abbiamo il diritto e la responsabilità di lavorare per un’Europa che riaffermi il suo impegno per il rafforzamento della democrazia, della giustizia sociale ed ambientale, delle politiche sociali, della solidarietà e della cooperazione tra i popoli. Dopo 9 mesi di lavoro condotto dalla campagna Miseria Ladra, centinaia di realtà del sociale e del volontariato hanno deciso di presentare insieme alcune proposte frutto di un’elaborazione collettiva.
1- Stop all’austerity: le politiche fiscali restrittive dell’Unione europea – in particolare il Fiscal Compact e il Patto di stabilità e crescita – devono essere abbandonate. Chiediamo un programma di investimenti pubblici per la transizione ecologica, finanziati a livello europeo attraverso la Banca europea per gli investimenti (Bei). 2- Per una finanza pubblica e non speculativa: chiediamo che la BCE fornisca liquidità per realizzare politiche espansive e diventare prestatore di ultima istanza per i titoli pubblici; il radicale ridimensionamento del settore finanziario, con una tassa sulle transazioni finanziarie, l’eliminazione della finanza speculativa e il controllo dei movimenti di capitale; regole stringenti che vietino le attività finanziarie più speculative e rischiose, introducendo una netta divisione tra banche commerciali e banche d’investimento. 3- Welfare, dovere etico e leva per il rilancio dell’economia: chiediamo l’obbligo di ri-allineamento della spesa per il Welfare alla media dei paesi dell’Unione, colmando lo scarto esistente tra il nostro paese con gli altri paesi europei; la definizione vincolante dei Livelli Essenziali di Assistenza europei, elemento fondamentale per garantire omogeneità di interventi e garanzie di diritti sociali in tutta l’area UE; l’approvazione di misure per sostenere lo sviluppo della cooperazione sociale. Chiediamo inoltre il riutilizzo sociale dei beni confiscati; la confisca dei beni ai corrotti; l’estensione delle possibilità di confisca, a partire dalla confisca ‘estesa’ e dalla confisca in assenza di condanna definitiva. La rapidità dell’azione contro la potenza economica della criminalità rimane ancora un aspetto cruciale per garantire efficacia verso il riutilizzo sociale. 4- Un reddito minimo per una vita dignitosa: chiediamo un impegno affinché parta dal prossimo Parlamento europeo la spinta verso una misura vincolante per tutti gli Stati membri, con uno standard minimo riconosciuto al 60% del reddito mediano in ciascun paese a livello individuale. 5- Un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità a livello europeo: chiediamo l’innalzamento degli investimenti in istruzione e ricerca fino all’8% del PIL con forme di controllo e aiuto nei confronti dei paesi svantaggiati; la gratuità dell’istruzione di ogni ordine e grado per consentirne a tutti e tutte l’accesso e ridurre i tassi di dispersione, aumentare il numero di laureati e incrementare il livello culturale dell’intera Unione Europea; l’estensione a livello continentale delle politiche di Diritto allo Studio che garantiscano il diritto all’abitare, alla salute e alla mobilità anche agli studenti fuori sede e agli studenti stranieri. L’UE deve quindi dotarsi di Livelli Essenziali delle Prestazioni a livello continentale. 6- Patrimonio Bene Comune: chiediamo il censimento del patrimonio abbandonato pubblico e privato; l’istituzione di una banca dati pubblica europea del patrimonio immobiliare pubblico e privato inutilizzato; la promozione di forme di riutilizzo proposte dai gruppi di cittadini attivi europei attraverso l’utilizzo di Fondi strutturali europei. 7- Migranti: chiediamo che vengano accolti i 10 punti contenuti nel Manifesto presentato da L’Europa sono anch’io. |