L'Arci Forlì, unendosi all'appello dei sindacati e delle altre associazioni del territorio, chiede alla Questura, alla prefettura ed al Sindaco di non autorizzare la manifestazione annunciata da Forza Nuova per il prossimo lunedì 18 dicembre.
Come ribadito più volte il fascismo non può essere considerato un'opinione, e non può più essere permessa la presenza di episodi di violenza che al fascismo si richiamano, nei simboli, negli slogan e nelle idee. L'antifascismo non è un'ideale di parte, ma un valore base e un presupposto su cui è nata la nostra Costituzione, e su cui si basa la nostra Repubblica. Considerando il preoccupante contesto nazionale, in cui le azioni aggressive e violente di Forza Nuova si stanno moltiplicando, riteniamo sia essenziale prendere provvedimenti nei confronti di chi vuole ignorare questo basilare pilastro della carta costituzionale, a partire dai territori, utilizzando gli strumenti amministrativi adeguati. E' necessario infine che venga preso un provvedimento a livello nazionale affinché si provveda allo scioglimento dei gruppo neofascisti e neonazisti, a maggior ragione nel momento in cui tali gruppi non esitano a utilizzare metodi violenti o aggressivi per esprimere le proprie posizioni. Ribadiamo infine, come espresso dall'Arci nazionale, che il fenomeno dell'emersione di movimenti e organizzazioni neofasciste e neonaziste si configura come una conseguenza del disagio sociale, che sta causando una guerra tra gli ultimi, e della crisi culturale che sta indebolendo i valori fondamentali per la coesione sociale nel nostro Paese.
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di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
Da sempre pensiamo che nel nostro Paese questione sociale e questione democratica sono strettamente intrecciate. E che il decadimento di questo intreccio si manifesta in forme morbose e disgreganti. L’intensificazione di un cedimento a tendenze xenofobe e pulsioni demagogiche a cui assistiamo in particolare negli ultimi mesi, e che siamo impegnati a contrastare, è una delle manifestazioni più evidenti di questo degrado. Il risultato è una dinamica da guerra tra poveri, su cui si fiondano come avvoltoi speculatori e specialisti della paura che soffiano sui fuochi del disagio e del rancore. E alla fine succede che a intensificarsi è l’agibilità politica dei gruppi fascisti e neofascisti, magari in competizione tra loro. La sequenza dell’ultima settimana è particolarmente eloquente, considerando la quantità di segnali morbosi che ha lanciato. Dall’esposizione di simboli nazisti in una caserma dei carabinieri al blitz di Como, fino al tentativo di intimidazione della libertà di stampa a Roma sotto la sede del gruppo L’Espresso e alla promessa di perseverare. Alcuni giorni fa i fatti di Ostia. Il livello di allarme è alto. Spesso i nostri Comitati, i nostri circoli, organizzano in maniera spontanea presidi, manifestazioni, con l’urgenza che sentono di opporsi a questi fenomeni e di raccontare alla popolazione i valori che devono guidare uno Stato democratico. Crediamo sia necessario esserci. Quello che continua a mancare è l’attenzione. La cultura mainstream e la classe intellettuale di questo Paese hanno da molto tempo abbandonato (con qualche lodevole eccezione) il tema dell’antifascismo, derubricandolo ad un aspetto residuale della contemporaneità. Ma, per quanto ci riguarda, ovviamente andremo oltre. Perché pensiamo che sia necessaria un’opera permanente. La situazione non è da sottovalutare, viene dal profondo e da lontano, e si ricollega ad un’onda che travalica i nostri confini. Era il 2014, tre anni fa, quando Casa Pound a Roma bloccò l’accesso a scuola di alcuni bambini rom. Nelle ultime tornate elettorali le liste di Casa Pound hanno registrato in alcuni casi consensi ampi. Qualche settimana fa in Polonia si sono riuniti a decine di migliaia militanti di estrema destra da tutta Europa. Per questo proseguiremo il nostro lavoro di iniziativa antifascista e la costruzione di azioni unitarie. Consapevoli che l’antifascismo è innanzitutto una cultura diffusa della democrazia e della solidarietà che va curata continuamente e che per restare solida e rigenerarsi deve svilupparsi su più piani. Deve esserci l’impegno delle istituzioni attraverso politiche sociali in grado di agire sul disagio e sulle disuguaglianze e una azione di contrasto a fenomeni di violenza e intimidazione. E il mondo delle forze politiche dev’essere più attento a chi si ostina a minimizzare riducendo tutto a bravate isolate. Qui sì che si gioca la tenuta democratica del paese, tanto evocata nei mesi scorsi. Deve esserci una continua azione culturale. I provvedimenti repressivi, seppur giusti, alla lunga non serviranno se non li inseriamo in una strategia più ampia. L’antifascismo è alla base della nostra Repubblica e della nostra Costituzione e ogni giorno l’Arci continuerà a raccontarlo, a tenerlo vivo e diffuso. ArciReport numero 38, 7 dicembre 2017 L'Arci Forlì esprime il più totale sdegno per quanto accaduto l'8 dicembre in Piazzetta della Misura. Dei militanti appartenenti a Forza Nuova si sono recati armati di bastoni in piazza e hanno aggredito alcuni degli attivisti che si trovavano lì per un presidio antifascista.
Esprimiamo solidarietà a Gianni Cotugno, agli attivisti presenti e ai commercianti che si sono trovati coinvolti nell'aggressione. Quanto è accaduto è inaccettabile, un episodio che si inserisce in un clima nazionale in cui l'escalation di violenza e atti intimidatori da parte di gruppi che si rifanno apertamente al fascismo non può più essere sottovalutato. Lo stesso giorno in cui a a Como si è svolta la manifestazione antifascista in risposta agli atti contro "Como senza frontiere", ed è di pochissimi giorni fa la notizia del blitz di fronte la sede di Repubblica. E' necessaria una risposta adeguata, è necessario che le istituzioni intervengano con fermezza ma è altrettanto necessaria una condanna ferma e unanime da parte della società civile non solo ai singoli atti ma all'intero sistema culturale che li legittima. Di fronte a quanto accaduto i sindacati e le associazioni antifasciste del territorio hanno organizzato una manifestazione che si terrà lunedì 11 gennaio in Piazzetta della Misura. Di seguito il comunicato condiviso Oggi come Ieri Antifascismo Permanente Giovedì 8 dicembre a Forlì in Piazzetta della Misura militanti di Forza Nuova si sono presentati armati di bastoni; tali fatti fanno seguito ad altre azioni intimidatorie in tutta Italia e non riguardano più una storia passata ma l’attualità della vita democratica del nostro Paese e dell’Europa. Di fronte a questi gravi episodi Cgil, Cisl e Uil e tutte le realtà antifasciste e democratiche chiamano tutti i cittadini ad una manifestazione antifascista, che si terrà Lunedì 11 dicembre alle ore 18,00 concentramento presso Piazzetta della Misura a Forlì, corteo per le vie cittadine che si concluderà in Piazza Ordelaffi di fronte alla Prefettura, per difendere la Costituzione. Invitano altresì i Consigli Comunali del nostro territorio ad assumere regolamentazioni simili a quelle già approvate nei comuni di Cesena e Santa Sofia, volte a impedire le manifestazioni neofasciste nelle nostre piazze. Cgil, Cisl e Uil chiedono di fare chiarezza sui fatti, affinché episodi simili non abbiamo a ripetersi mai più. Hanno già aderito: ANPI ARCI LIBERA FORLI’ CITTA’ APERTA COMITATO DIFESA DELLA COSTITUZIONE UNIONE DEGLI UNIVERSITARI LINK STUDENTI INDIPENDENTI UNIONE DEGLI STUDENTI ASSOCIAZIONE MAZZINIANA ITALIANA FONDAZIONE LEWIN ASSOCIAZIONE LUCIANO LAMA ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA CSENO GRUPPO GIOVANI LGBT+ Faenza IL CENTRO PACE "Annalena Tonelli" di Forlì THE SUBWAY WALL BARCOBALENO PASSIONINMOVIMENTO PRESIDIO LIBERA FORLIMPOPOLI BARCOGAS - Gruppo d'acquisto Solidale Forlimpopoli FORLIMPOPOLI CAMMINA LESTORDITE UNIONE SINDACALE ITALIANA (Usi-Ait) CDC e LeG Rimini e Ravenna VoceDonna di Castrocaro Terme e Terra del Sole Con Tatto Forli Rete degli Studenti Medi Forlì Rete degli Studenti Medi Cesena Rete Degli Studenti Emilia-Romagna restano aperte le adesioni a tutti coloro che vorranno aderire al presente appello E' grave e sconsiderata la decisione del Presidente Donald Trump di trasferire la sede diplomatica degli Usa in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme.
Un processo di pace che dura 50 anni - in cui tutte le dichiarazioni debbono essere misurate alla virgola – che già non godeva di buona salute, è ora gravemente compromesso da una dichiarazione che, ancora una volta, denota la straordinaria faciloneria e irresponsabilità con la quale l'attuale Amministrazione Americana si muove in politica estera. Lo status internazionale di cui gode Gerusalemme, voluto dalle Nazioni Unite, tiene conto della sua peculiarità di città multireligiosa - essendo riconosciuta come Città Santa dai cristiani, dai musulmani, dagli ebrei - non può permettere a nessuno Stato di rivendicarla da solo come propria capitale, tantomeno da uno stato confessionale. Il peggior incubo di tutti gli stati arabi si è realizzato, è una decisione che ridà fiato ai falchi e al fronte più conservatore della destra israeliana, può riaccendere una miccia di cui è difficile immaginare le conseguenze: lo stato di preallerta in tutte le ambasciate e i “tre giorni di collera” dichiarati dall'Anp sono solo l'inizio di una molto probabile escalation. Chiediamo all'Unione Europea di adoperarsi con l'Amministrazione Usa - con tutti i mezzi negoziali a sua disposizione - perchè la boutade americana rimanga tale, perchè non dimentichi la risoluzione votata dal proprio Parlamento nel dicembre 2014 che ha riconosciuto lo Stato di Palestina e Gerusalemme come capitale sia dello stesso, sia dello Stato di Israele. Chiediamo al nostro Paese di svolgere – in continuità con la propria storia diplomatica in Medio Oriente e in particolare nella questione Israelo Palestinese – il ruolo di facilitatore nella ripresa del dialogo tra i due Paesi e l'annullamento della prima tappa del 101° Giro d'Italia di ciclismo, inopinatamente collocata proprio nella città di Gerusalemme: lo sport può contribuire molto nella negoziazione di pace ma può fare anche molti danni in senso opposto. Auspichiamo quindi un immediato ripensamento da parte degli organizzazione del Giro d'Italia e del Coni. Roma, 6 dicembre 2017 L’Arci aderisce e parteciperà alla manifestazione antifascista che si terrà il 9 dicembre a Como. Siamo infatti convinti che sia assolutamente necessario che le forze democratiche rispondano con fermezza ed unità ad ogni atto di provocazione di gruppi e forze che si richiamano apertamente al fascismo e al nazismo. A preoccuparci è anche il tema della qualità della nostra democrazia,perché risulta per noi evidente come la diffusione del fascismo sia correlato all’aumento della sofferenza sociale di parte della popolazione italiana, soprattutto quella che vive situazioni di marginalità. Non vanno in nessun modo sottovalutati le provocazioni, gli atti di stampo squadristico e xenofobo come quello recente contro ‘Como senza frontiere’. L’accoglienza, l’antirazzismo, l’apertura verso il ‘diverso’ sono valori che devono caratterizzare la democrazia e la civiltà di un paese. Per questo l’attenzione verso simili atti - che dimostrano come il sonno della ragione possa partorire mostri – deve restare alta. Contro questa stessa ideologia, contro gli orrori che ha determinato nel secolo scorso, ha combattuto chi ci ha preceduto. Il sacrificio di tanti e tante che hanno animato la Resistenza contro il nazifascismo, sconfiggendolo, ha permesso all’Italia di avere una delle Costituzioni più avanzate del mondo e un sistema democratico. Sta a noi ora difenderlo ed ampliarlo. Per questo saremo anche noi a Como. Roma, 5 dicembre 2017 |
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