Torna la Repubblica della Musica a Forlimpopoli, due weekend di concerti e danze guidati dai Bevitori Longevi e la Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli! 26 Maggio 2017 2° FESTIVAL DEI BEVITORI Ore 22:00 Via del Castello SLAVI – Bravissime Persone (Balkan Folk) 27 Maggio 2017 Ore 21:00 Sala Aramini – Via Ghinozzi, 3 In collaborazione con Ipsia Forlì-Cesena, in occasione della presentazione del progetto 2017 “La musica, un ponte fra i popoli”, I NJËJTI DET TRIo (STESSO MARE TRIO) Suoni dall’Est Europa Stefano Bertozzi: clarinetto – Bardh Jakova: fisarmonica – Elena Indellicati: pianoforte 2° FESTIVAL DEI BEVITORI Ore 22:00 Via del Castello Padre Punjabi (Electro tropical Cumbia) 1 Giugno 2017 Ore 21:00 Cortile Palazzo dell’Orologio SUL FILO DEI SOGNI Spettacolo finale del laboratorio sviluppato da Fabio Ambrosini nell’ambito dei corsi 2017 della Scuola di Musica popolare In collaborazione con: On the Fly Theatre Rimini e Marcabru Forlimpopoli 2 Giugno 2017 Dalle 19:00 Ore 19.00 aperitivo offerto da Mascaobio (bevande escluse) Ore 22:00 Barone Lamberto (Folk Cantautoriale) Mascao compie 3 anni e per l’occasione torna Kheyre Yusuf con il suo progetto Barone Lamberto. Il cantautore italo/somalo, dopo il bellissimo concerto dell’anno scorso, ritorna a Forlimpopoli a farci danzare con le sue note alcoliche e stralunate. Prendete Tom Waits, Vinicio Capossela e un pó di sperimentazione, mettete tutto nel frullatore e ne uscirà il Barone Lamberto. In occasione della festa della Repubblica della musica, Mascaobio, in collaborazione con la scuola di musica popolare, vi aspetta per danzare tutti insieme. 3 Giugno 2017 BUONANOTTE SUONATORI 2017 A partire dalle 21:00 ben 10 punti spettacolo distribuiti fra Torrioni della Rocca, Sala Mostre, teatro, Museo, Via del Castello e Piazza Pompilio verranno impegnati da oltre 80 fra allievi e maestri della Scuola di Musica Popolare in quello che, esperienza unica in Italia, si configura come un vero e proprio Busker Festival organizzato in autonomia da una Scuola di Musica 4 Giugno 2017 LA GRANDE NOTTE DELLA DANZA II Piazza Garibaldi Dopo il successo della prima edizione la Scuola di Musica Popolare ripropone un grande concerto dedicato agli appassionati di balli popolari della Regione, pubblico in costante aumento alimentatosi grazie alla crescita dei corsi proposti in Italia negli ultimi anni. Tre le formazioni coinvolte: L’UVA GRISA Storico gruppo bellariese specializzato nella riproposta delle danze tradizionali “staccate” di area romagnola. SCUOLA DI MUSICA POPOLARE di Forlimpopoli in Partenariato con RUMORE DI FONDO Associazione Musicale presentano: SVEZIA – ROMAGNA – ITALIA. UN VIAGGIO “LISCIO” COME L’OLIO Progetto finanziato nell’ambito del BANDO 3 RESIDENZE ARTISTICHE E FORMAZIONE SETTORE “MUSICA” di S’ILLUMINA – COPIA PRIVATA PER I GIOVANI E PER LA CULTURA Con Francesco Chiarini, Chiara Petrin e DIADUIT DiaDuit è un quartetto folk veneto. Fondato nel 2009, viene presto premiato come miglior gruppo folk del Nord Est Italia al concorso musicale del Folkest 2010 e ulteriormente gratificato dalla critica nazionale con le recensioni per la pubblicazione del primo lavoro discografico: “A Perdifiato nel Bosco”. DiaDuit ha portato la propria musica nei più celebri festival italiani dedicati al folk e alla musica acustica, per citarne alcuni: Celtica V. d’Aosta, Folkest, Isola Folk, Novaria, Musica Nelle Aie, Irlanda in Festa al Teatro Geox di Padova, Celtival, Dolomiti Senza Confini, Oltre le Vette, Arte Imperina, Festival Internazionale della Zampogna in Molise… Tra i tre vincitori del Trentino Girofolk 2014, negli anni il quartetto ha proposto diversi repertori, tra cui il concerto a ballo, un’antologia di musica di varie etnie, un apprezzato concerto di Natale insieme alla pianista e cantante Maria Canton ed anche un repertorio di rivisitazione di successi pop internazionali riarrangiati e riproposti in stile DiaDuit. Al momento è in uscita “Aquiloni”, ultimo lavoro discografico del gruppo L’ORCHESTRONA DELLA SCUOLA DI MUSICA POPOLARE Gruppo di musica d’insieme della SMP riconosciuto ed apprezzato per il suo repertorio di danze internazionali che, solo per citare gli ultimi anni, è stato invitato ad esibirsi in manifestazioni prestigiose quali: Ravenna festiva, Imola in Musica, MEI di Faenza e La musica nelle Aie di Castel Raniero
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Ieri il Senato ha approvato una legge sulla tortura che per chi da anni si batte per l’introduzione di questo reato nel nostro ordinamento rappresenta una beffa. “Legge truffa” la definiscono in un appello firmato tra gli altri dal pm Zucca, che indagò sulle violenze alla Diaz durante il G8 di Genova, da Lorenzo Guadagnucci che di quelle violenze fu vittima, e da Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, sulla cui morte, avvenuta mentre era sotto la custodia della polizia, ancora si indaga.
Nell’appello si chiede alle organizzazioni più sensibili al tema dei diritti umani di impegnarsi con forza perché il testo venga modificato alla Camera, dove arriverà per la quarta lettura, se mai ci arriverà prima della fine della legislatura. E’ dal 2014 infatti che la legge ha iniziato il suo iter, contrastato violentemente dalle destre che si ergono a paladine delle forze dell’ordine, a prescindere dai loro comportamenti. L’adozione del reato di tortura è un obbligo cui l’Italia non ottempera dal 1988, quando ratificò la convenzione Onu, al cui testo dovrebbe adeguarsi. Invece, il testo uscito dal Senato peggiora quello della Camera, restringendo la fattispecie del reato e delimitandone la punibilità. Si è punibili, infatti, se il fatto è compiuto mediante “più condotte” che comportino un trattamento inumano e degradante. Quindi il singolo atto di violenza potrebbe anche non essere punito, così come non viene applicata la pena nel caso che le sofferenze sia indotta da legittime misure preventive o limitative dei diritti. L’ennesimo pasticcio legislativo, che renderà di difficile applicazione la legge e che per questo motivo non è stata votata anche da esponenti del partito di maggioranza, come Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato, che per primo depositò a inizio legislatura una proposta di legge contro la tortura. Noi, insieme alle tante associazioni che quotidianamente lavorano per l’affermazione dei diritti, chiediamo che il testo approvato dal Senato venga profondamente modificato. Non si può prendere il giro chi ha subito violenza inaudite, come a Genova nel 2001, le famiglie di chi di tortura c’è morto o i tanti sconosciuti che ogni giorno subiscono soprusi da parte di agenti che con i loro comportamenti gettano discredito su tutte le forze dell’ordine. Roma, 18 maggio 2017 Paola Ciabatta - Segreteria di Presidenza Dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci Da oggi, sciopero dei lavoratori dell’Unità ad oltranza: una forma di lotta mai usata prima per denunciare il comportamento arrogante e antisindacale dell’editore. Come comunica il cdr del quotidiano, si annunciano 20 licenziamenti su un totale di 28 lavoratori, gli stipendi non vengono pagati in base a un vero e proprio ricatto, non è mai stato presentato un piano editoriale di rilancio del quotidiano. Noi siamo solidali con le lavoratrici e i lavoratori, li sosteniamo nelle loro giuste rivendicazioni e chiediamo che venga discusso al più presto un piano di rilancio. C’è bisogno di più libertà e pluralismo nell’informazione, e invece sono tante le testate in crisi e che potrebbero chiudere. Non possiamo rischiare che si spenga anche una voce come quella dell’Unità che ha rappresentato un pezzo importante della storia e della democrazia di questo Paese. Roma, 16 maggio 2017 Dichiarazione di Francesca Chiavacci, Presidente nazionale Arci L’operazione della Dda di Catanzaro contro il clan Arena di cui oggi abbiamo notizia ha sicuramente inferto un colpo importante alle attività economiche della ‘Ndrangheta. Come associazione da anni impegnata nella lotta alle mafie accogliamo con favore una simile operazione di disinnesco delle infiltrazioni economiche e politiche delle cosche mafiose. Tuttavia ci preoccupano le conseguenze che potrebbe avere l’accusa di gestione criminale del Cara di Isola di Capo Rizzuto. In attesa che la giustizia faccia il suo corso l’ARCI, da sempre in prima fila per la difesa dei diritti di migranti e rifugiati, richiama chi ha responsabilità politiche e istituzionali, nonché i giornalisti e la stampa, a non trasformare una vicenda di cui i rifugiati e il sistema d’accoglienza sono vittime, nell’ennesima campagna contro il diritto d’asilo e il diritto ad una accoglienza dignitosa. I primi a subire le conseguenze di un’eventuale gestione criminale dell’accoglienza sono proprio le persone che sono costrette a vivere in centri gestiti, troppo spesso, da soggetti non competenti e senza scrupoli. Da anni denunciamo le conseguenze di un sistema d’accoglienza nel quale i grandi centri attirano gruppi e soggetti che non hanno alcuna competenza in materia, attirati solo dal possibile guadagno. I grandi centri diventano troppo spesso grandi ghetti, separati dalle comunità locali e nei quali facilmente si creano spazi per la criminalità organizzata. Ancora una volta ribadiamo la necessità di chiudere questi giganteschi luoghi di emarginazione, a favore di una rete diffusa di piccoli centri, sul modello dello Sprar, sotto la responsabilità delle amministrazioni locali e con la regia di Regioni e Ministero dell’Interno. Chiediamo, inoltre, che venga istituito al più presto un registro delle organizzazioni che svolgono attività a favore dei rifugiati e per il diritto d’asilo e che l’iscrizione a questo registro venga condizionata alla presenza di esperienza e competenza comprovata, nonché all’assenza di procedimenti a carico. Chiediamo infine che vengano valorizzate le attività di chi si batte per i diritti dei rifugiati, evitando di trasformare questa vicenda nell’ennesima campagna discriminatoria contro i diritti dei migranti. Roma, 15 maggio 2017 |
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