Mentre l’Europa festeggia lo scampato pericolo della Le Pen alla presidenza della Francia, i morti da frontiera aumentano ed è sempre più evidente che si tratta di una strage immensa.
Una strage di cui sono responsabili i governi e l’Unione Europea, che continuano a non voler prendere atto della tragedia alla quale stiamo assistendo. Una classe dirigente miope e cinica che da un lato ricorre alle parole d’odio per raccogliere consensi, come fa la destra xenofoba e razzista, e dall’altro punta a fermare i flussi firmando accordi con partner inaffidabili o impresentabili. E’ di ieri la nota dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, che ripete ancora una volta che bisogna consentire ingressi sicuri e legali e mettere in campo un programma di ricerca e salvataggio, ringraziando intanto la Guardia Costiera e le ONG per il lavoro che fanno. Impropriamente, si dovrebbe aggiungere. Perché un programma di ricerca e salvataggio, come è stato nel 2013 Mare Nostrum, lo dovrebbe promuovere e organizzare l’Unione Europea, non le associazioni, la Guardia Costiera (cui comunque competerebbe un ruolo importante) o i programmi di controllo e monitoraggio delle frontiere dell’agenzia Frontex. Per rispondere alle polemiche surreali e pretestuose sul ruolo delle ONG e per evitare che i morti del 2017 si moltiplichino, superando il già macabro risultato del 2016, è necessario cambiare immediatamente rotta:
Senza misure giuste ed efficaci le persone continueranno a morire e a pagare i trafficanti per raggiungere l’Europa. Sono le frontiere chiuse - è bene ricordarlo ancora una volta - la mancanza di vie d'accesso sicure e legali, sia per lavoro che per chiedere protezione, a produrre gli affari sulla pelle delle persone, i morti, le tragedie e le violenze diffuse (in particolare in Libia verso i migranti). Noi continueremo a ricordare al governo italiano e a agli altri governi dell’UE che se ci fosse la possibilità, non per centinaia di persone, ma per milioni di persone, di entrare senza doversi mettere nelle mani dei trafficanti, non avremmo né morti né bisogno di ONG che salvino vite umane. Dichiarazione di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci 9 maggio 2017
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L’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), organo dell'Onu, è stato oggetto di una manifestazione “vandalica” di alcuni componenti del movimento di destra Forza Nuova. Qualche decina di manifestanti hanno occupato lo spazio esterno della sede dell’organizzazione a Roma e appeso uno striscione contro le Ong che effettuano operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, accendendo fumogeni, urlando slogan contro l’immigrazione e arrivando a schernire un migrante che stava entrando negli uffici. Condividiamo in pieno la ferma condanna e denuncia della gravità dell'episodio espressa dal direttore dell'Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo, Federico Soda, secondo il quale "colpire in modo vandalico una organizzazione delle Nazioni Unite impegnata nel campo della migrazione non aiuterà ad affermare le posizioni di stampo xenofobo che i manifestanti si propongono di diffondere". Intanto il procuratore Zuccaro di Catania, alla commissione Difesa del Senato, dichiara che secondo lui l'Italia non è in grado di accogliere "migranti economici" e continua nella campagna di denigrazione delle Ong che svolgono operazioni di ricerca e salvataggio in mare. Una campagna che sta già producendo frutti avvelenati – come i fatti di Roma dimostrano - e che sdogana i peggiori comportamenti xenofobi e razzisti. Dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci Roma, 5 maggio 2017 |
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Agosto 2018
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