E' un paese crudele quello che calpesta la dignità dell'essere umano. E lo fa due volte, la prima non riuscendo a garantire e tutelare la libertà dell'uomo o della donna di scegliere di andarsene con dignità, la seconda trasformando un percorso personale, di dolore e onestà, in un grande salotto televisivo.
E' un paese crudele, quello che ha la tracotanza di entrare nella sfera più intima di una persona, di soppesarne le scelte sulla pubblica piazza, di esprimere sentenze sul senso vero della vita e su quanto sia valore in sé anche quando si riduce a vuoto simulacro. Di quanto essa possa esser fatta di sguardi ed emozioni o di tanti fotogrammi di dolore legati indissolubilmente, senza tregua. Un paese incapace di affrontare senza furori ideologici il grande tema dell'autodeterminazione, e di quanto essa sia fatta di libertà e dignità, ma anche di informazione e consapevolezza. E' una discussione complessa che rischia di essere inquinata in origine da interventi strumentali che confondono il suicidio assistito con le dichiarazioni anticipate di trattamento, la sedazione profonda con l'eutanasia, minando qualsiasi possibilità di raggiungere con progressive consapevolezze traguardi importanti. Vogliamo noi partire da qui, pensando che un primo tassello importante di questo percorso possa essere dotare finalmente il paese di una buona legge sul testamento biologico, che preveda le dichiarazioni anticipate di volontà sulle cure e i trattamenti sanitari a cui rifiutare di sottoporsi, ivi comprese l'idratazione e la nutrizione artificiali, e la vincolarietà di tali dichiarazioni nel rapporto medico paziente. Una legge che ambisca ad un pieno riconoscimento dell'autodeterminazione terapeutica così come recita anche la nostra costituzione. Per questo promuoveremo il 9 marzo presso la Camera dei Deputati l'incontro "Biotestamento. Una scelta di civiltà non più rinviabile", chiedendo al parlamento di legiferare con coraggio e rigore e di colmare un vuoto enorme che rende il nostro paese talvolta profondamente incivile. Avremo con noi Beppino Englaro, Rossana Cecchi, Prof. Ordinario di Medicina Legale Università di Parma, On. Paolo Beni e On. Donata Lenzi, relatrice della Commissione Affari Sociali che ha elaborato in questi mesi la proposta di legge che verrà incardinata in parlamento nei prossimi giorni. Arci Nazionale Roma, 28 febbraio 2017
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Purtroppo il 2017 della città di Forlì inizia all’insegna di un ennesimo tentativo di contaminazione ideologica e religiosa messa in atto ancora una volta in una location pubblica che invece per definizione dovrebbe farsi primo sinonimo di laicità. Una serie di interventi vede protagonisti alcuni tra i principali fomentatori di uno dei più grandi allarmismi fatti sulla pelle della comunità lgbtqi (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Queer, Intersexual Community), perpetuando il sequel che ha già visto protagonista l’anacronistica presentazione di Mario Adinolfi nel 2015 all’interno della stessa controversa sede, la mistificazione continua ad inquinare le sedi della trasmissione del sapere, della scienza e della cultura. Sono stati infatti organizzati alla sala Icaro del Liceo Classico “G. B. Morgagni” in viale Roma 1 a Forlì sempre alle ore 21,00, una serie di incontri in risposta alla fantomatica “diffusione della teoria del gender nelle scuole e in ogni ambito culturale”. Lunedì 30 gennaio Massimo Gandolfini neurochirurgo presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli: “Educazione al rispetto della differenza di genere”. Qual è il compito della scuola oggi? Venerdì 17 febbraio Giovanni Bonini pediatra, e Maria Rachele Ruiu psicologa specializzata in counselling socio-educativo: “Maschile e femminile: le origini delle differenze”. La realtà biologica e antropologica. Martedì 28 marzo Giorgio Ponte scrittore: “Omosessualità fuori dagli stereotipi”. Incontro testimonianza. Di seguito le citazione di due dei relatori. “Meglio che gay, lesbiche e transessuali tornino “nell’armadio”. Indietro nel tempo e nello spazio: nascosti come sessant’anni fa. L’omosessualità non è una variante naturale del comportamento umano, come afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma un “disagio identitario” che va corretto dall’educatore che deve spingere il gay verso l’eterosessualità” (Mario Gandolfini) “ […] Se una donna lesbica o un uomo omosessuale, hanno delle difficoltà ad identificarsi con la figura femminile o maschile, come potranno trasmettere ai figli tali modelli comportamentali? [..] C’è molta differenza fra questo comportamento e gli episodi di violenza psicologica che subiscono i bambini quotidianamente in famiglie con degrado sociale?” (Giovanni Bonini) Il ciclo di incontri che si nasconde dietro ad una falsa educazione al rispetto delle differenze di genere è promosso da: -Consulta degli Organismi Socio-Assistenziali: organismo Pastorale della CEI -Consulta delle aggregazioni laicali (CNAL): promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) -Ufficio per la pastorale della famiglia della Diocesi di Forlì-Bertinoro -Centro Diocesano di Pastorale Giovanile -Centro Tabor Diocesano -Associazione Gruppo di Montepaolo -Circolo La Croce. Tale iniziativa ancora una volta intende svilire il valore della laicità delle istituzioni, offendendo la dignità e la serenità delle cittadine e dei cittadini di Forlì. Inoltre col suo contenuto intollerante denigra migliaia di persone, di famiglie monogenitoriali, omogenitoriali, allargate, le quali – a prescindere dalle definizioni – esistono, appartengono al tessuto sociale e contribuiscono al bene comune. Inoltre, sotto una patina di moderazione, questi incontri mirano al mantenimento delle disparità sociali e culturali tra generi, le cui tragiche conseguenze spesso si traducono in episodi di violenza fisica e psicologica a discapito della donna. Chi ha a cuore il valore della laicità dello Stato e dei luoghi in cui esso è rappresentato trova intollerabile che contesti istituzionali come la Sala Icaro, nel plesso del Liceo Classico “G. Morgagni” e gestita dal Comune di Forlì, ospitino incontri atti a diffondere messaggi ideologici propri di una specifica dottrina religiosa. Invitiamo il Comune di Forlì a porre maggiore attenzione al proprio ruolo di salvaguardia della laicità dei contesti istituzionali e ricordiamo inoltre l’impegno preso a partire dal 2016 tramite l’adesione alla Rete RE.A.DY. (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) verso l’inclusione sociale delle categorie di cittadini particolarmente soggetti a discriminazione, favorendo quindi politiche di genere, di parità e lotta alle discriminazioni, di contrasto a omofobia, transfobia e bullismo. Dal canto nostro, ponendoci ogni giorno come traguardo la parificazione delle possibilità per ognun* e difendendo la dignità del luogo, procederemo alla distribuzione materiale informativo cartaceo ai margini dell’incontro, in piena coscienza del diritto di esprimere serenamente ed educatamente le posizioni dalla comunità scientifica internazionale in risposta alle consuete mistificazioni anti-scientifiche e offensive che vi avranno sede. Thomas Casadei docente Universitario Lodovico Vico Zanetti Consigliere Comunale Carla Grementieri ex docente Scuola Secondaria Annalisa Crociani docente Scuola Primaria Carla Lamponi docente Scuola Secondaria Alice Libera Melandri Femminista Rafaella Baccolini docente Universitaria Consulta Laica Forlivese UDU – Unione degli Universitari Forlì Circolo UAAR Forlì-Cesena Un Secco No Forlì Il Progresso delle Idee Forlì UDI – Unione Donne in Italia Forlì Associazione socio-culturale voceDonna Castrocaro ANPI Comitato Provinciale Forlì-Cesena ANPI Sezione Comunale di Forlì Arci Forlì Giovani Comunisti Forlì Rifondazione Comunista Forlì Giovani Democratici Forlì Rimbaud Cesena Arcigay Frida Byron Ravenna Over the Rainbow Lugo Circolo UAAR Rimini Arcigay Alan Turing comitato provinciale Rimini e Forlì-Cesena Rete degli Studenti Medi di Cesena Chiesa Pastafariana Italiana – Area Pasta Romagna Coming Out Rimini CSA Grotta Rossa Rimini. Un viaggio nella storia e nella memoria per accompagnare le giovani generazioni alla comprensione del presente. Questo l’obiettivo del progetto Promemoria_Auschwitz. In questa quarta edizione, promossa dall’associazione Deina e dall’Arci, più di 1300 giovani, fra i 16 e i 18 anni, provenienti da 7 regioni italiane, parteciperanno a un percorso di educazione alla cittadinanza, che vede il suo momento più importante nel viaggio in treno che li porterà a Cracovia e agli ex lagher di Aushwitz e Birkenau.
Quest’anno i viaggi saranno due, per far fronte alle numerosissime richieste di partecipazione giunte agli organizzatori. Il primo treno partirà dal Brennero il 2 febbraio e farà ritorno l’8, il secondo il 10 per tornare il 16. I viaggi saranno preceduti da numerosi incontri di formazione, volti ad approfondire il contesto storico della seconda guerra mondiale e delle deportazioni. Questi incontri, gestiti da esperti, saranno anche un’occasione per i partecipanti per iniziare a conoscersi, per condividere opinioni e punti di vista, gettando le basi di quel percorso di crescita comune che si compirà nel corso del viaggio. A Cracovia i ragazzi visiteranno alcuni dei luoghi fondamentali per ripercorrere quel periodo storico: l’ex ghetto ebraico, la fabbrica-museo dedicata alla vita di Oskar Schindler e all’occupazione nazista della città, il quartiere ebraico di Kazimierz. Una giornata sarà invece dedicata alla visita agli ex lager di Auschwitz e Birkenau, dove persero la vita più di un milione di persone. Nel corso del viaggio i giovani scriveranno le loro impressioni, si confronteranno tra loro e con esperti, vedranno film e spettacoli teatrali, parteciperanno a una assemblea finale dove parleranno di temi d’attualità e rifletteranno sul loro ruolo di cittadini oggi. Al ritorno dal viaggio, saranno organizzati momenti di restituzione alla cittadinanza, per condividere impressioni e riflessioni. Il progetto è realizzato in collaborazione e col sostegno di molti enti che si occupano di storia, di memoria e formazione. Ha il patrocinio del Senato e di altri enti pubbli Alle cittadine e ai cittadini raccomandiamo un voto consapevole e responsabile. Non si tratta di una legge ordinaria ma della Costituzione, la nostra Carta fondamentale. Modifiche sbagliate e destinate a non funzionare, così come lo stravolgimento del sistema ideato dai Costituenti, avrebbero effetti imprevedibili e disastrosi per l’equilibrio dei poteri, per la rappresentanza, per l’esercizio della sovranità popolare, in sostanza per la stessa democrazia, che invece va rafforzata, potenziata e difesa con la piena attuazione della Costituzione repubblicana.
Consapevolmente e responsabilmente, votate NO Carlo Smuraglia - Presidente nazionale ANPI Susanna Camusso - Segretaria generale CGIL Francesca Chiavacci - Presidente nazionale ARCI Roma, 1 dicembre 2016 Il Coordinamento regionale dei comitati per il NO al referendum costituzionale dell'Emilia Romagna, ha indetto per SABATO 29 OTTOBRE, una giornata di mobilitazione per rivendicare il diritto ad un'informazione paritaria, riguardo a come vengono presentati nei media nazionali i contenuti della revisione costituzionale sottoposta a referendum confermativo il 4 dicembre prossimo. L'invadenza ossessiva di tutti i canali televisivi e radiofonici, pubblici e commerciali, da parte del Governo Renzi e dei suoi sostenitori a favore del sì prefigura un vero e proprio vulnus democratico. I dati sulla sproporzione nell'occupazione degli spazi informativi a favore del sì alla revisione costituzionale, riportati in questi giorni da diversi organi di stampa e istituti di rilevazione, sono desolanti e inaccettabili.
Spot governativi, interviste, talk show, tg nazionali e locali, compresi i programmi di intrattenimento sono tutte occasioni per colonizzare mezzi e spazi per la comunicazione politica. Il fine è fin troppo chiaro, si intende influenzare l'opinione pubblica nel tentativo di instillare la convinzione che vi sia una e una sola ragione a sostegno del progetto di modifica costituzionale. Per queste ragioni, il Comitato metropolitano di Bologna per il NO, ha indetto un presidio di protesta sabato 29 ottobre, dalle ore 11.30, sotto la sede della RAI Emilia Romagna e contemporaneamente davanti a tutte le prefetture dei capoluoghi di provincia al fine di richiamare l’attenzione su una situazione totalmente squilibrata, degna di una democrazia malata e prevaricatrice. Il Comitato chiede con forza, agli organi preposti alla vigilanza del sistema radio-televisivo nazionale, che vengano immediatamente e pienamente ripristinate le condizioni per una corretta e leale applicazione dei principi costituzionali sanciti negli articoli 3 e 21 della nostra Costituzione. Si chiede quindi, ai prefetti delle diverse provincie ed ai responsabili degli organi d'informazione pubblici e privati di garantire il pieno rispetto della par condicio e l'accesso paritario di tutte le posizioni in campo. A Forlì dalle ore 11,30 il Comitato e quanti con il comitato sostengono le ragioni del NO alla Deforma Costituzionale, si troveranno dalle ore 11,45 alle ore 14,00 per aderire a quanto proposto dal Comitato Nazionale e per presentare al Prefetto la lettera di richiesta per il riequilibrio della par- condicio. Infine, domenica 30 ottobre a partire dalle ore 15.00 alle ore 21.00 in piazza Nettuno si svolgerà una manifestazione a sostegno della ragioni del NO con la partecipazione, tra gli altri, di Umberto Romagnoli presidente del comitato per il NO di Bologna, Maurizio Landini segretario generale FIOM, il professor Gianfranco Pasquino, l'attore Ivano Marescotti, Francesca Chiavacci presidente dell'ARCI, gli studenti, gli insegnanti e i genitori del comitato “la scuola vota no”, musicisti e artisti che porteranno la loro testimonianza. |
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Agosto 2018
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